Das Leid und die Liebe Gottes.
Ein Dialog zwischen einem Theisten und einem Skeptiker zur Theodizee-Frage

(aus: G. Streminger, Gottes Güte und die Übel der Welt. Das Theodizeeproblem. Tübingen 1992. S. 319 – 27; wesentlich erweitert.)

La sofferenza e l'amore di Dio.

Un dialogo tra un teista e uno scettico riguardo al problema della teodicea

Riassumiamo il risultato delle precedenti considerazioni. Sembra che non si riesca in alcun modo a conciliare l’immagine di Dio – che sta alla base della premessa I (esiste UN solo Dio, un Essere supremo dotato di personalità, che ha creato il mondo) e della premessa II (questo Dio è onnipotente, onnisciente e infinitamente buono) – con la natura del mondo. Nonostante ulteriori supposizioni e modificazioni delle premesse, i teisti, con i loro tentativi di giustificare la bontà di Dio, finiscono sempre in nuove contraddizioni. In questo modo la loro tesi diventa del tutto arbitraria poichè, partendo da premesse che generano contraddizioni, si può dedurre tutto ciò che si vuole.

"Innanzitutto la triste natura di un mondo", così riassume Schopenhauer la sua critica ad ogni teodicea, "... nel quale gli esseri viventi si mantengono in vita divorandosi a vicenda, il bisogno e la paura (che di conseguenza sorgono in ogni essere), la quantità e la colossale dimensione del male, la molteplicità e la irrimediabilità della sofferenza (che spesso giunge fino allo scandalo), il peso della vita stessa e il suo affrettarsi verso la morte amara. Tutto questo – onestamente – non si può conciliare con l’opera di un Essere buono, onnipotente ed onnisciente. Levare un grido contro è tanto facile, quanto difficile è spiegare la cosa con ragioni convincenti".1

Passiamo di nuovo in rassegna – eventualmente con altre parole – alcuni dei principali punti della discussione. Supponiamo – a questo proposito – che una casa venga colpita ed incendiata da un fulmine, e che in questo incendio perdano la vita, tra atroci dolori, un bambino di tre anni assieme al suo cane, il suo più fedele compagno di giochi. Possiamo forse definire buono qualcuno che, pur essendo in grado senza alcuna difficoltà di salvarli entrambi, non interviene? Dovremmo quindi definire buono, anzi perfettamente buono e giusto, DIO, il quale indubbiamente ha il potere di evitare una simile tragedia?

Teista: Naturalmente possiamo continuare a dire che Dio è buono, poiché quel bambino, come ricompensa della sua sofferenza, andrà in paradiso.

Scettico: Ma per andare in paradiso non è necessaria una terribile sofferenza come quella, altrimenti in paradiso ci andranno ben pochi. Quindi, se per andare in paradiso la sofferenza di quel bambino non é affatto necessaria, è stato ingiusto lasciarlo soffrire. DIO avrebbe dovuto deviare quel fulmine e scaricarlo nel giardino o nel bosco accanto. Ma anche se la sofferenza di quel bambino fosse stata effettivamente necessaria, come conciliare la necessità di tanta sofferenza, per entrare in paradiso, con l’esistenza di un DIO buono e misericordioso?

Teista: DIO ha agito correttamente, quando non ha deviato il fulmine. Infatti se LUI intervenisse continuamente nel corso della natura – in questo o in simili casi – non avremmo più la nostra libertà.

Scettico: Ma DIO avrebbe potuto intervenire di nascosto e nessuno se ne sarebbe accorto. I fulmini, infatti, si scaricano il più delle volte su un lago o un albero, non sulla casa accanto. LUI inoltre – tanto per fare un esempio molto più ricco di conseguenze – in un famoso dittatore del XX secolo avrebbe potuto accrescere la passione per l’architettura e per la musica di Richard Wagner a tal punto, da prevaricare su tutte le sue brame distruttive. In questo modo avrebbe risparmiato all’umanità una sofferenza un milione di volte ancora più grande.

Teista: Probabilmente in questo specifico caso hai ragione. Forse anche non si può giustificare la terribile morte di quel bambino facendo solo riferimento alla felicità celeste. Tuttavia non bisogna dimenticare che un simile avvenimento potrebbe anche suscitare parecchi effetti positivi. Proprio per questo DIO ha lasciato morire quel bambino. In futuro potremo finalmente comprendere tutti i motivi del SUO non intervento.

Scettico: Ora ragioni come un avvocato difensore che definisce ‘insufficienti o ingannevoli’ gli indizi contro il suo cliente, poiché prove future dimostreranno l’opposto. Ma una simile affermazione equivale a riconoscere che al momento non è possibile dimostrare l’innocenza dell’accusato. Quindi, se non hai alcuna buona ragione, perché continui a proclamare – per così dire, di fronte al tribunale della ragione – che DIO è giusto e perfettamente morale?

Teista: Perchè ho altri eccellenti motivi.

Scettico: Quali sarebbero? Ma, aspetta un momento. Prima di esibirli, dimmi piuttosto cosa ne sarà del fedele compagno di quel bambino.

Teista: Vuoi dire: il cane? Esso non andrà in paradiso poichè non ha un’anima immortale.

Scettico: In paradiso quindi non ci saranno altri esseri viventi oltre a DIO eterno, gli angeli e gli uomini buoni? E tu pensi davvero che un simile deserto sia da desiderare e che valga la pena di darsi da fare per conseguirlo?

Teista: L’aldilà non è affamo un deserto, bensì il paradiso. Là ci sono molti esseri viventi. Ad esempio, il leone, che qui infierisce sull’agnello, là sarà vegetariano e non farà male a nessuno. In ogni caso questi animali, in quanto sprovvisti di anima immortale, sono stati creati solo per rallegrare in paradiso le anime degli uomini. Ma dimmi un po’: la sofferenza degli animali ti preoccupa più di quella degli uomini?

Scettico: No, non di più. Eppure molti animali sono particolarmente vulnerabili e indifesi, e io diffido di coloro che si preoccupano molto della sofferenza dell’uomo ma dimenticano quella degli altri esseri viventi particolarmente indifesi, i quali – come tu stesso dici – sono anch’essi ‘creature di DIO’. E' curioso che nelle diverse teodicee – le quali vorrebbero giustificare l’esistenza di un DIO buono – la sofferenza degli animali venga per lo più ignorata. Nel NT della presunta rivelazione di DIO, il suo primo rappresentante sulla Terra – il santo padre – ci rivela la più terribile notizia riguardo agli animali: "... nati per natura ad essere presi e distrutti" (2 Pietro 2.12). Per inciso, secondo san Pietro lo stesso destino dovrebbe toccare a chi non ha fede.

Teista: Questo è uno dei migliori esempi che non tutte le frasi della Bibbia devono essere prese alla lettera.

Scettico: Vale anche per il racconto della resurrezione di Cristo? Anche questo non deve essere inteso alla lettera, bensì ‘in senso traslato’?

Teista: No. Il racconto della resurrezione riferisce un fatto, quindi va preso alla lettera. Gesù, giorni dopo la sua morte, fu visto da alcune persone di nuovo vivo e, sotto gli occhi dei suoi seguaci, è salito al cielo.

Scettico: Peccato che questo notevolissimo evento non sia stato visto da nessun altro, tranne i seguaci di Gesù. E allora illustrami il criterio da adottare per decidere quali passi della Bibbia vanno presi alla lettera e quali no. Te lo chiedo perchè i fondamentalisti cristiani insistono sul fatto che tutti i passi della Bibbia devono essere interpretati letteralmente, poichè tutti sono stati dettati nientemeno che da DIO stesso (per inciso, i fondamentalisti, siccome prendono alla lettera le parole della Bibbia, sostengono anche che la Terra è stata creata non più di 7000 anni fa, in solo sei giorni). I cinici però insinuano che quel criterio varia continuamente a seconda del cosiddetto ‘spirito del tempo’. Ad esempio, al tempo delle crociate si diceva che Gesù fosse venuto sulla terra per "portare la spada", e nei tempi successivi che fosse venuto per dichiarare "beati i poveri" e annunciare loro il regno dei cieli. Insomma secondo quale criterio bisogna procedere all’interpretazione delle sacre scritture?

Teista: Non è certo lo spirito del tempo il criterio per distinguere ciò che è, o che non è, importante, bensì è lo Spirito Santo che lo stabilisce a seconda dello ‘spirito del tempo’, affinchè la maggior parte delle anime possa essere salvata.

Scettico: Quindi lo ‘spirito del tempo’ è più importante delle sacre scritture, le quali in realtà sarebbero solo lo scaffale di un self-service, dal quale prelevare ciò che al momento si ritiene più opportuno. Ma lasciamo da parte temporaneamente questo argomento, poichè avremo modo in seguito di discutere a fondo della Bibbia.

Teista: D’accordo.

Scettico: Torniamo al problema della sofferenza degli animali. Tu sostieni che le loro sofferenze non saranno compensate nell’aldilà, come invece succede agli uomini.

Teista: Esatto.

Scettico: Ma questo è ingiusto e indegno di un DIO buono.

Teista: Perchè?

Scettico: Perchè la sofferenza degli animali è una delle cose più sconvolgenti al mondo. E tutte le loro sofferenze dovrebbero essere vane? Un semplice mezzo per gli interessi dell’uomo? Gli occhi tristi degli animali, in particolare di quelli d’allevamento o domestici, appartengono secondo me ...

Teista: Ripeto: sembra quasi che tu ti scandalizzi più della sofferenza degli animali che di quella degli uomini.

Scettico: No di sicuro. Ma se DIO ha creato speciali animali per allietare il paradiso, perchè non ha creato anche l’uomo esclusivamente per il paradiso? Così facendo ci avrebbe risparmiato infinite sofferenze.

Teista: Perchè riguardo all’uomo l’Onnipotente ha in mente qualcosa di grande. Proprio qui sta la risposta al problema sollevato dalla morte di quel bambino a causa di un fulmine.

Scettico: E allora spiegami questo piano di DIO. Quali sono le tue buone ragioni con cui si potrebbe comprovare l’amore di DIO nonostante la sofferenza del mondo?

Teista: DIO non interviene nel corso della natura poichè LUI non vuole impedire che si destino negli uomini la compassione e l’impulso morale di migliorare il mondo.

Scettico: Questo argomento – anche se spesso ripetuto – non è per niente convincente. Infatti proprio a causa della sofferenza del mondo, molti si sentono tanto amareggiati e sconfortati da non provare più alcuna compassione. A causa dell’immane sofferenza a cui spesso si trovano di fronte, gli uomini non avvertono più l’impulso di migliorare il mondo. Anzi, spesso desiderano addirittura distruggerlo (e troppo spesso ci riescono anche). Il terreno di coltura dell’impulso di migliorare il mondo non è l’immane sofferenza, bensì la comprensione, la simpatia, la fiducia e la sicurezza. Proprio per questo un DIO buono avrebbe dei validi motivi per diminuire la sofferenza del mondo.

Teista: DIO non interviene sulle leggi di natura per non compromettere l’ordine naturale nel suo complesso. LUI non può certo intervenire ogni volta che sorge un problema!

Scettico: Ma dovrebbe intervenire perlomeno quando succede qualcosa di terribile. E potrebbe farlo in maniera tale, che l’uomo non se ne accorga neppure.

Teista: Lo hai già detto.

Scettico: Oltretutto DIO avrebbe dovuto fin dal primo momento creare un mondo migliore.

Teista: Niente affatto. Come il famoso Leibniz ha dimostrato, il mondo in cui viviamo è già il migliore dei mondi possibili. DIO, infatti, decide di fare solo ciò che a LUI piace e, grazie alla sua infinita bontà, a LUI piace solo il meglio.

Scettico: Hai detto bene. Non c’è alcun dubbio che se DIO fosse buono e giusto farebbe solo il meglio. Ma dovresti innanzitutto dimostrare che un simile DIO esiste. Invece, che non esiste, lo dimostra purtroppo il fatto che questo non è il ‘migliore mondo possibile’. Spero che tu non voglia seriamente sostenere che il mondo in cui viviamo è il migliore dei mondi possibili! Possiamo, infatti, immaginare molti mondi migliori di questo. Ad esempio un mondo dove le cellule del corpo umano non si riproducono in maniera incontrollata in presenza anche di una piccola quantità di sostanza cancerogena. Che non sia il migliore, lo dimostra anche il fatto che gli uomini – a meno che non vivano su una florida isola nei mari del sud – sono costantemente costretti a lottare per salvaguardare o migliorare le proprie condizioni di vita. Oltretutto non mi è chiaro che cosa significa: ‘il migliore dei mondi possibili’, poiché questo attributo è indeterminato. Infatti, siccome ogni cosa creata ha i propri limiti, a partire da un determinato mondo è in ogni caso possibile immaginarne uno migliore. Ad esempio, a partire da un mondo di determinate dimensioni, è possibile immaginare un mondo di dimensioni maggiori.

Teista: ... e da un grande numero, uno ancora più grande. Tutto sommato, non è affatto necessario parlare del ‘migliore dei mondi possibili’: basta parlare di un buon mondo.

Scettico: A prescindere dal fatto che questo mondo non è neppure semplicemente buono, sei stato tu – riguardo a Leibniz – a parlare del ‘migliore dei possibili’, e, così facendo, mi pare tu sia stato molto coerente. Infatti, tu affermi anche l’esistenza del migliore DIO, non semplicemente di un buon DIO. Anche questa affermazione mi sembra molto plausibile, perchè se Dio fosse semplicemente buono, ma non perfettamente buono, si potrebbe sempre immaginare un Essere migliore, ossia un DIO perfettamente buono.

Oltretutto, se tu parlassi di un DIO semplicemente buono, dovresti porti immediatamente la domanda: "Sto adorando l’Essere supremo, oppure no?".

Tu devi quindi preservare la sua tradizionale immagine, secondo la quale DIO ‘riunisce in sè tutti gli attributi positivi al massimo grado’.

Teista: Grazie per la lezione, ma stai sfondando una porta aperta. DIO è l’Essere perfettissimo e ha creato il migliore di tutti i possibili mondi.

Scettico: DIO quindi aveva di fronte molte possibilità e tra queste ha scelto la migliore. Ma cosa significa esattamente?

Teista: Facile! Dio ha vagliato nella propria mente tutti i possibili mondi ed ha scelto, grazie alla sua perfetta bontà, il migliore.

Scettico: Se questo significa che lui ha calcolato anche l’evoluzione di ogni possibile ordinamento iniziale del mondo per tutti i tempi fino all’eternità, sorge perlomeno il problema della compatibilità della divina conoscenza del futuro con il postulato della libertà dell’uomo.

Teista: Io non sostengo che Dio ha previsto tutto quanto fino alla fine del mondo, bensì ...

Scettico: Se ‘sapere’ non implica avere alcuna conoscenza in anticipo, cosa significa allora onnisciente ?

Teista: ... bensì che DIO ha esaminato gli innumerevoli ‘ordinamenti iniziali’ possibili ed ha scelto il migliore.

Scettico: Ma anche così le cose non quadrano. Perché, ad esempio, Dio non fa ricorso più spesso alla ‘mano invisibile’, tanto scongiurata dagli economisti?

Teista: Cosa sarebbe?

Scettico: E' quel processo (per inciso, legato al nome di Adam Smith) secondo cui un male conduce ad un bene. Nel caso dell’economia, un affare egoistico di un operatore che porta, in virtù dei meccanismi di mercato, ad un bene per molti. Bernard Mandeville lo ha definito: Private vices, public virtues [vizi privati e pubbliche virtù]. Goethe ha ideato uno spirito mefistofelico che "continuamente vuole il male, ma sempre procura il bene". Allora, perchè non si verifica più spesso questa concatenazione tra "proposito immorale e buon esito"? Ed invece, al posto del processo della ‘mano invisibile’, si verifica in realtà spesso il contrario: un male che provoca un altro male. "Chi semina vento, raccoglie tempesta", come si suol dire ...

Teista: Ma nel piano originario di DIO non rientrava affatto il male. Sono stati gli uomini a rovinare tutto. Loro hanno abusato del dono della libertà. Loro si sono contrapposti a Dio e per questo sono stati giustamente puniti. Solo allora è entrato tutto ciò che vi è di negativo al mondo. La morte è la ricompensa del peccato!

Scettico: Quindi, secondo te, tutto ciò che vi è di negativo al mondo è subentrato a causa del peccato.

Teista: Esattamente. Così sta scritto nella Bibbia.

Scettico: Anche su questo punto mi pare che cada una pioggia di dubbi fondati. Infatti, secondo la scienza, la sofferenza e la morte esistevano ben prima che l’uomo comparisse sul campo di battaglia e ‘peccasse’. Ma lasciamo da parte questo argomento, che a te potrebbe sembrare empirico e banale. Mi interessa maggiormente sapere se – come tu sostieni – la libertà dell’uomo esiste davvero. Mi piacerebbe saperlo, visto che l’uomo decide sempre in base al suo più forte impulso, quindi non ‘liberamente e senza vincoli’. Da dove arrivano questi suoi impulsi? Perchè l’uomo è scolpito in un legno così contorto (come già Immanuel Kant si chiedeva con stupore).

Teista: Naturalmente, come tutto ciò che succede nel mondo, anche i nostri impulsi derivano dalla nostra natura, in ultima analisi da DIO, il quale – come la Bibbia insegna – ha creato tutto dal nulla.

Scettico: Allora la colpa ricade su LUI quando l’uomo, seguendo i propri impulsi, decide in maniera sbagliata. E se DIO è colpevole, la cacciata dal paradiso è stata ingiusta e il dramma del ‘secondo Adamo’ – ossia di Gesù, "l’agnello di DIO che toglie i peccati del mondo" – è contrario ad ogni logica.

Teista: Come, scusa?

Scettico: All’inizio – come sta scritto nella Bibbia – gli uomini sono stati creati da Dio dal nulla con i più diversi impulsi e desideri. Questa è stata una creatio ex nihilo (creazione dal nulla), nel linguaggio dei teologi. Poi gli uomini vengono da DIO condannati perchè volevano essere indipendenti e non hanno ubbidito ad un comandamento relativamente poco importante. Infine, dopo che gli uomini hanno compiuto la cosa peggiore che potevano fare – ossia, uccidere DIO, il creatore del cielo e della terra – vengono in linea di principio salvati. Ma chi è in grado di capire questa storia (a parte San Paolo e gli psicoanalisti)? E tu credi veramente che all’Essere infinitamente buono, per riconciliarsi con in suoi sudditi, non è venuta in mente altra idea, se non quella di inviare il suo unico figlio – ossia sè stesso – a farsi crocifiggere da loro?

Teista: Non essere così precipitoso. Ora capisco la strategia che segui. Tu non vuoi affatto persuadere. Vuoi solo sbeffeggiare, convincere a parole e fare la ruota come un pavone vanitoso. Le cose, invece, ...

Scettico: Un momento! Prima di accusarmi di essere un provocatore e insinuatore – e di porre così in dubbio la plausibilità delle ragioni degli scettici – rispondi per favore alla domanda: i primi uomini sono diventati colpevoli, si o no? Da dove è sbucato allora quell’essere "particolarmente astuto" che ha sedotto Adamo ed Eva, quando loro non avevano ancora la minima idea di cosa fosse il bene ed il male? Loro infatti non avevano ancora mangiato i frutti dell’albero della conoscenza di "cosa è il bene e cosa è il male". Perchè DIO non è intervenuto quando il serpente ha mentito a loro, allora ancora ignoranti? Dato che DIO ha creato il mondo dal nulla (come tu sostieni), anche il serpente è una creatura di Dio. Perchè allora esso è stato punito, e soprattutto perchè i primi uomini sono stati puniti?

Teista: Tutto questo – quindi, anche il peccato originale degli uomini – è la manifestazione della SUA giustizia. Satana è stato punito perchè, nella veste di serpente, ha sedotto gli uomini, e gli uomini sono stati puniti per non aver rispettato il comandamento di DIO.

Scettico: Non mi è chiaro, poichè non vedo come possa essere giusto che DIO condanni le azioni delle sue creature, le quali in ultima analisi derivano da LUI stesso. Ancora una volta: da dove, se non dal creatore del cielo e della terra, dovrebbe provenire il presunto marciume della natura umana, dato che LUI ha creato tutto dal nulla? Da dove, il desiderio di alcuni di essere come DIO? Perchè da tutti i pulpiti delle chiese si continua a proclamare che tutto ciò che vi è di negativo al mondo non rientrava nel piano originale della creazione, bensì è entrato nel mondo in seguito agli errori dei primi uomini ("... per nostra colpa, per nostra grandissima colpa")? E poi, anche se la condanna di Satana e dei primi uomini fosse stata giusta, che tipo di giustizia è quella che, per la colpa dei primi uomini, condanna tutte le generazioni successive (le quali, per salvarsi, dovrebbero ricorrere al battesimo del prete)? Come conciliare i concetti di giustizia e colpa collettiva?

Teista: Ammetto che il problema esiste. Ma forse DIO non ha creato il mondo dal nulla. Forse la materia, con cui LUI – al meglio delle sue capacità e conoscenze – ha plasmato la terra e gli esseri viventi, esisteva già. In questo caso LUI non poteva rendere il tutto migliore, poichè il tutto era già in un certo modo stabilito.

Scettico: Ma allora, che cosa significa ‘onnipotente’? E soprattutto, se è avvenuto come tu dici – e prima di te, Platone – esistevano per lo meno due cose eterne: DIO e la materia, la quale quindi non è stata creata da DIO. Perchè allora continui a chiamarlo ‘creatore del cielo e della terra’?

Teista: E va bene. Ammetto di essermi infilato in un vicolo cieco, ma solo per colpa mia. Non mi sono, infatti, attenuto alla parola di DIO, secondo la quale DIO ha creato il mondo dal nulla. Per quale motivo LUI non abbia creato gli uomini e i primi angeli in maniera migliore, non so. Comunque sia, l’amore di DIO è stato talmente grande da sacrificare per noi il proprio figlio unico.

Scettico: DIO sarebbe stato più giusto e misericordioso se avesse semplicemente perdonato i primi uomini (come anche i musulmani credono), risparmiando così a Gesù ed a noi tutti questo dramma.

Teista: Ah, quei ...

Scettico: Come, scusa? Dove sta allora l’amore per il prossimo di cui parli e che pretendi dagli altri? Sembra che esso non comprenda i fedeli di altre religioni (anche loro figli spirituali di Abramo), per non parlare poi dei non credenti, agnostici e atei.

Teista: Devo ammettere di non amarli veramente, eppure parlo con te e prendo sul serio le tue obiezioni, questi sfoghi di una vita frustrata e spezzata.

Scettico: Bum! Parole chiare! "Quando non si può attaccare il pensiero, si attacca il pensatore", (come dice Andrè Heller). Eppure mi piaci perchè non rispondi mai con un ‘ni’ o con un ‘si, ma’, come si addice a un teologo moderno, ai molti ‘Drewerfrauen’ e ‘Küngkong’.2 Dunque, prendiamo sul serio ciò che dici e ammettiamo una volta tanto che, nonostante l’evoluzione (ossia, il divorare e l’essere divorati) e le catastrofi naturali, le leggi della natura siano le ‘migliori possibili’. Eppure DIO avrebbe pur sempre potuto, intervenendo direttamente nel corso della natura con i miracoli, evitare gli effetti negativi che senza dubbio sperimentiamo anche al giorno d'oggi.

Teista: Questo LUI non lo può fare. Neppure DIO può intervenire pesantemente nell’ordine naturale.

Scettico: Perché allora lo definisci ‘onnipotente’ e ‘creatore del cielo e della terra’? Se Dio non fosse effettivamente in grado di intervenire nell’ordine della natura, non sarebbe addirittura potente quanto le sue creature. Infatti noi uomini siamo in grado di intervenire in misura considerevole sulle leggi della natura e lo facciamo anche di frequente, ad esempio, quando costruiamo un parafulmine o combattiamo il virus della AIDS. Oltretutto le sacre scritture sono strapiene di racconti dei miracolosi interventi di DIO nel processo naturale. Pensa solo alla trasformazione dell’acqua in vino a Cana e alla moltiplicazione dei pani e dei pesci. Dobbiamo forse non prendere sul serio questi passi della Bibbia? Se lo pensi, perché continui a sostenere che la Bibbia è la ‘parola di DIO’? Oltretutto anche nello AT si racconta di miracoli, ad esempio, il sole che è stato fermato da Giosué. Anche nella storia della Chiesa sono successi dei miracoli: non solo Gesù è risalito dal regno dei morti, ma anche alcuni santi sono riusciti a levitare.

Teista: Lo ammetto: i miracoli – ossia gli interventi di DIO nel corso della natura – sono avvenuti. Ma questi avvenimenti sono rari, poichè Dio non vuole compromettere eccessivamente l’ordine delle leggi della natura.

Scettico: Ebbene, di così pochi miracoli non si parla affatto, per un motivo facilmente comprensibile.

Teista: Quale sarebbe?

Scettico: In un mondo completamente governato, nel quale tutto avvenisse in accordo con le leggi della natura, non esisterebbe un vivo rapporto tra DIO e gli uomini, tra il creatore e gli esseri fatti a sua immagine e somiglianza. Sarebbe un mondo dove DIO avrebbe deciso in anticipo cosa deve succedere. In un mondo di questo tipo il rapporto tra Dio e l’uomo sarebbe molto impersonale. Molti fedeli, invece, pensano che la loro vita sia un continuo miracolo da quando hanno osservato ‘come DIO lavora dentro di loro’. Pensano anche di dialogare veramente con LUI, talvolta addirittura di farLO desistere dal compiere qualcosa o di motivarLO a farla, ossia di poter influenzare la SUA volontà. Vorrai ammettere che il rapporto tra Gesù e i suoi discepoli divenne un poco più personale, quando, dopo essere stato dato per morto, apparve improvvisamente e mangiò anche del pesce insieme a loro.

Teista: E' vero: non esiste solo il ferreo ordine naturale, ma all’occasione DIO interviene nel corso della natura. Mentre DIO può addirittura cambiare le leggi della natura, noi uomini possiamo solo modificare il dato corso della natura, ovviamente tramite interventi conformi alle leggi stesse della natura.

Scettico: Questa é una importante precisazione: DIO può cambiare le leggi della natura, mentre noi uomini possiamo solo modificare un determinato corso naturale, ricorrendo ad altre leggi naturali. Ma se Dio all’occasione interviene addirittura nel processo naturale, perchè non lo fa più spesso a favore degli esseri fatti da LUI a sua immagine e somiglianza? E come fai tu a sapere quando effettivamente é intervenuto LUI e non é stato, invece, un angelo caduto (ad esempio Satana, il cosiddetto ‘principe del mondo’) a metterci lo zampino?

Teista: Ma come? Hai appena ammesso che la Bibbia è piena di racconti dei miracoli compiuti da DIO. Non è una testimonianza sufficiente?

Scettico: Voglio dire: come puoi verificare che questi miracoli sono davvero accaduti e che effettivamente é stato DIO a compierli?

Teista: Ma la Bibbia è la vera parola di DIO.

Scettico: E come fai a saperlo?

Teista: così sta scritto.

Scettico: Sta scritto dove?

Teista (con sguardo perplesso): Nella Bibbia, naturalmente!

Scettico: Ma bisogna innanzitutto dimostrare l’attendibilità della Bibbia. Non puoi semplicemente darla per scontata e, in base a questo presupposto, sostenere la fondatezza dei racconti di miracoli. Sarebbe come se alla mia domanda: "Perché ‘X’ ? ", tu rispondessi: "Perché ‘X’ ! ". Questa non è una spiegazione, bensì una ripicca. Anche i musulmani la pensano come te. Come tu ritieni che sia vera la Bibbia, così loro ritengono che sia vero il Corano, poiché sarebbe stato dettato a Maometto direttamente dall’arcangelo Gabriele. Ma il Corano afferma che Gesù fu un grande profeta, non DIO stesso. Anzi, l’immagine del DIO che soffre sulla croce è per molti musulmani una vera e propria bestemmia. Chi allora ha ragione? Quale rivelazione di DIO è quella vera?

Teista: A favore della verità dei racconti cristiani di miracoli sta il fatto che sono stati riportati dagli apostoli.

Scettico: E per questo quei racconti sarebbero plausibili? Il racconto dei miracoli, che dovrebbero contraddistinguere una determinata religione come vera, contraddice non solo tutti i racconti dei miracoli delle altre religioni (i quali dovrebbero, a loro volta, testimoniare la verità di quelle religioni), ma anche le numerose esperienze quotidiane.

Teista: Ad esempio?

Scettico: La trasformazione dell’acqua in vino è definita ‘miracolo’ proprio perché normalmente l’acqua non si trasforma in vino. Questo significa anche che le leggi di natura testimoniano contro la verità di ogni racconto miracoloso. Ogni volta che osservi che l’acqua non si trasforma in vino, puoi constatare personalmente che questo fatto contraddice quel racconto degli evangelisti. Per questo si dovrebbero accogliere con molto scetticismo quei racconti delle sacre scritture: forse sono veri, ma sono estremamente improbabili.

Teista: Ma gli Apostoli non mentono.

Scettico: E come fai a saperlo a 2000 anni di distanza? Oltretutto quei racconti non provengono direttamente dagli apostoli – i testimoni contemporanei di Gesù – bensì sono apparsi, ad opera di seguaci di Gesù, circa 35 – 70 anni dopo i fatti, e redatti in una lingua che il rabbi celibe di Nazaret non parlava affatto. E poi, anche se gli evangelisti non avessero mentito consapevolmente, potrebbero comunque essersi sbagliati. Non bisogna dimenticare che ogni miracolo contraddice una legge di natura (come tu stesso giustamente dici), quindi è estremamente improbabile che avvenga. Oltretutto esiste un’inclinazione psicologica a ritenere veri simili racconti, cosicchè ciò che si desidera potrebbe diventare il padre di simili pensieri. Infatti, come già ha osservato Hume ...

Teista: Ora però stai mettendo le mani nel cassetto più basso, dove ammuffiscono La Mettrie, Holbach e lo stesso Hume.

Scettico: ... come già ha osservato Hume, i testimoni [degli eventi miracolosi] a volte si sbagliano: loro stessi sono vittime della falsa conoscenza o dell’inganno di altri. Talvolta poi mentono di proposito, poichè vogliono ingannare gli altri per vanità o per desiderio di potere. Infatti non esiste opportunità migliore per attirare su di sè l’attenzione dei contemporanei che "spacciarsi per delegato, profeta e messaggero del cielo".

Teista: Ammetto che non è facile dimostrare la verità dei miracoli testimoniati da altri ...

Scettico: In ogni caso, anche se si potesse dimostrare che i miracoli sono realmente accaduti e che il loro autore non è Satana, sorgerebbe subito il problema già ricordato: perchè il buon Dio non compie più spesso miracoli a favore degli uomini ? Perchè il Padre celeste dovrebbe tramutare l’acqua in vino durante una festa di nozze, e stare invece a guardare durante un genocidio o la morte di un bambino in un incendio? Qualsiasi uomo impedirebbe ad un tiranno di compiere per lo meno le peggiori azioni, soprattutto se il suo intervento non comportasse alcun pericolo personale (come nel caso di DIO). Eppure l’Onnipotente non lo fa. E tu vorresti sempre sostenere che LUI è buono e giusto?

Teista: Certo che lo sostengo, poiché ci sono numerose altre ragioni per dimostrare che Dio riunisce in sé tutti gli attributi positivi al massimo grado. LUI, ad esempio, invia la sofferenza nel mondo affinché noi possiamo riconoscere, per contrasto, cosa è il bene.

Scettico: Ma per fare questo non c’è bisogno di catastrofi naturali né di campi di concentramento, nei quali mostri dalle sembianze umane compiono i loro crimini.

Ogni essere umano, sensibile alla giustizia e amante del prossimo, interverrebbe immediatamente, se solo avesse la forza necessaria, per impedire manifestazioni di brutale violenza e distruzione.

Teista: Lo hai già detto.

Scettico: Uomini di questo tipo (probabilmente la maggioranza) evidentemente non sono fatti ‘a immagine e somiglianza di DIO’, perchè LUI (ammesso che esista) se ne sta invece come un gufo sul ramo di un albero a guardare quegli avvenimenti ... e non interviene. Di fronte al male del mondo dove è finita la cosiddetta "infinita bontà che emana da DIO"?

Teista: Ecco di nuovo la solita domanda.

Scettico: Di fronte al male del mondo, plausibile è l’accusa di DIO, non la sua difesa. Ma visto che la mia indignazione ti disturba più dello scandalo morale da cui sorge, torniamo al tentativo di giustificazione di cui stavi parlando. Tu hai detto che tutte le sofferenze sono necessarie come elemento di contrasto. Davvero tutte? In realtà basterebbe provare – anche una sola volta – un mal di denti oppure una temporanea sensazione di noia. E stona anche l’affermazione – spesso ricorrente a questo proposito – che gli uomini avrebbero bisogno di eventi drastici per reagire in maniera morale.

Teista: Ti ho ascoltato con pazienza, ma ora ne ho abbastanza delle tue sortite contro l’onnipotente. Modera la tua indignazione, altrimenti sembra che tu stia, in realtà, protestando con te stesso e combattendo il credente che c’è in te. Tutte le tue accuse cadono nel vuoto, perchè – come ho già detto più volte – DIO ha una ‘moralità superiore’. Le SUE vie non sono le nostre. Non possiamo misurare l’operato di DIO con il metro degli uomini. Ciò che a noi talvolta sembra essere un male, secondo DIO è un bene.

Scettico: Questa è una morale in cui il nero viene dichiarato bianco. Eppure, sommamente buono significa ‘buono nei confronti di tutti’, non ‘malvagio’. Un cerchio, disegnato per intero o in parte, rimane pur sempre un cerchio e non si trasforma mai in un quadrato. Come potresti altrimenti distinguere il tuo DIO dal più terribile dei demoni, il quale, a sua volta, potrebbe sostenere che la sua morale non è quella degli uomini? La preoccupazione di non adorare un demone è il filo conduttore dell’antico e del nuovo testamento.

Teista: Il nostro DIO, il creatore del cielo e della terra, non è un demone, bensì il nostro padre e noi siamo i suoi figli. Come possono i figli essere in grado di giudicare le decisioni del padre?

Scettico: In effetti i figli, a volte, rimangono sorpresi dalle decisioni dei genitori. Tuttavia i figli si convincono che i genitori prendono determinate decisioni per il loro bene, quando dispongono di un numero sufficiente di esempi concreti per concludere che i genitori meritano effettivamente la loro fiducia. Il mondo, invece, così come è, non ci fornisce alcun esempio della bontà del Creatore, ed è proprio per questo che sorge il problema della teodicea.

Teista: Ma l’incendio in cui è bruciato quel bambino, di sicuro, non lo ha appiccato DIO.

Scettico: Probabilmente non in maniera diretta (nonostante tu sostenga l’onnipotenza e l’onnipresenza di DIO). Ma perlomeno in maniera indiretta LUI è colpevole. Infatti, da dove arrivano le leggi di natura? Prova ad immaginare quel bambino che muore bruciato e DIO che giustifica così il proprio comportamento: "Non volevo scemare l’impulso morale dei genitori. Inoltre devo badare che le leggi di natura sia conservate e, dopo tutto, non sono stato io ad appiccare il fuoco". Diresti che un simile Essere è buono?

Teista: Dio non è solo buono, ma è anche cattivo: la realtà e la Bibbia rivelano un Essere ambivalente e dualistico. DIO è la coincidentia oppositorum, l’unità dei contrasti. Per questo il DIO della Bibbia è anche il DIO della vendetta, della gelosia, della misericordia, il signore degli eserciti e il principe della pace. Il Dio di Adamo è geloso, il DIO di Mosè innominabile, il DIO di Gesù buono e giusto.

Scettico: Dici bene. Ma se le cose stanno così, il fedele che si attiene scrupolosamente la Bibbia dispone solo di una morale traballante.

Teista: Certo.

Scettico: Sono perfettamente d’accordo. La Bibbia rivela un Essere malvagio anzi, per essere esatti, una divinità dualistica. Già lo stoico Zenone sosteneva – tra l’altro – che DIO: "... produce anche il male nel mondo, ed alligna anche nei vermi della fogna e nei criminali".3 Certo, il DIO biblico è spesso detto buono e giusto, ma allo stesso tempo fa cose che non si possono definire altrimenti che malvagie. Pensa solo alla pena eterna nell’inferno, che nel NT viene prospettata ai peccatori. Il geloso Geova dello AT manda solo la morte, mentre il DIO pieno d'amore del NT manda la dannazione eterna. L’inferno è per i dannati un luogo particolarmente miserevole, che di solito viene descritto in maniera più dettagliata del paradiso. La fantasia religiosa ha abbastanza chiaramente descritto cosa succede nell’inferno: pianto e stridor di denti. Invece, in cosa si contraddistingue il paradiso cristiano? Da quel poco che ci è stato rivelato, in paradiso non ci sarà più sofferenza, niente morte, niente alcool, e neppure vergini sempre disponibili (come invece i musulmani credono). Quindi, come dobbiamo immaginarci il paradiso, questa eterna ‘eiapopeia’?

Teista: Per fortuna Tommaso d'Acquino ci ha descritto concretamente le gioie del paradiso. Secondo il ‘primo maestro della santa Chiesa cattolica’, parte integrante della felicità d'animo dei beati è vedere DIO e osservare la sofferenza dei dannati nell’inferno.

Scettico: Qualcosa di simile ad un distretto a luci rosse? Eppure – alla faccia della santità – ‘provare piacere della sofferenza altrui’ è la definizione classica di sadismo. Quindi, per la maggior parte degli uomini, e naturalmente anche per la maggior parte dei moderni cattolici, un paradiso di questo tipo sarebbe un inferno. Ma a parte la concezione esatta del paradiso, non è forse rivoltante che DIO commini per peccati finiti una infinita – eterna – pena? Altrettanto immorale è proclamare una colpa collettiva e condannare gli uomini per un peccato dei loro predecessori. Infine, immorale è essere onnipotente e lasciare che il mondo sia sommerso da una sofferenza così enorme. Spesso DIO si rivela nella Bibbia come un Essere che agisce per motivi e fini, che secondo il criterio umano devono essere considerati malvagi. Talvolta DIO assomiglia ad un demone vendicativo, talvolta ad un tiranno collerico, e talvolta ad un bambino cattivo ed impulsivo. Una cosa è certa: se DIO agisse per motivi di questo tipo, non sarebbe difficile conciliare la sua esistenza con quella del male.

Teista: Ma vedi ...

Scettico: Tuttavia la concezione di un DIO dualistico (molto più appropriata in realtà della concezione cristiana del padre buono) solleva immediatamente alcuni problemi fondamentali.

Teista: Quali?

Scettico: Un simile Essere ambivalente non può assurgere ad autorità morale e – a maggior ragione – non può essere il garante di una giustizia nell’aldilà, poichè questa presuppone un DIO giusto. Oltretutto non riesco a capire come tu, sulla base della concezione di un Dio dualistico, possa continuare ad affermare che ogni sofferenza ha un senso e che Dio è l’Essere santissimo.

Teista (titubante): Effettivamente non avevo ben riflettuto su ciò che ho detto. L’affermazione che Dio possa avere anche dei propositi malvagi e che compia delle azioni riprovevoli è stata forse un poco precipitosa ... In ogni caso continuo a credere fermamente che l’immagine tradizionale di DIO sia quella giusta. LUI è buono, giusto, saggio, onnisciente e onnipotente. Anzi é la Bibbia stessa ad affermare che DIO è buono (Giacomo 1.17) e che in DIO è luce senza tenebre (1 Giovanni 1.5). Quindi DIO è anche il garante della giustizia compensatrice nell’aldilà.

Scettico: Il tema della giustizia compensatrice non mi lascia indifferente, poichè il fatto che chi ha dovuto soffrire nell’aldiquà possa essere felice almeno nell’aldilà corrisponde perfettamente al mio sentimento morale.

Teista: Bene, visto che questo tema interessa anche a te, abbiamo per lo meno un interesse comune.

Scettico: Eppure, il pensiero di una giustizia compensatrice nell’aldilà, anche se attraente, è infondato ed é solo un pio desiderio.

Teista: E perchè?

Scettico: Perchè questo pensiero ha senso solo per il fatto che nell’aldiquà non c’è giustizia: ai buoni spesso va male e ai malvagi spesso va bene. Nell’aldilà tutto dovrebbe essere compensato: "Là DIO farà giustizia di tutto il male sofferto". Ma proprio il fatto che l’aldiquà è così ingiusto rende poco plausibile l’idea di un aldilà giusto. Infatti, perchè DIO dovrebbe essere giusto nell’aldilà, se nell’aldiquà non lo è affatto?

Teista: Non capisco.

Scettico: Supponiamo – secondo un esempio di Bertrand Russel – che uno riceva una cassa di uova, la apra e scopra che il primo strato di uova è marcio. Da questa constatazione, chi ha accuratamente studiato i libri teologici conclude che proprio per il fatto che le uova del primo strato sono marce, le uova degli strati inferiori saranno eccellenti. Molto più convincente, invece, è la seguente affermazione: siccome lo strato superiore di uova puzza, la previsione che l’intera cassa di uova sia marcia è più plausibile della previsione che non lo sia. Noi quindi abbiamo ragioni migliori per affermare che se DIO non si rivela giusto nell’aldiquà, non lo farà anche altrove. Quindi, poichè DIO non è giusto nell’aldiquà dovremmo definirlo ingiusto, e rinunciare all’idea di una giustizia compensatrice nell’aldilà (ossia che il nostro comportamento nell’aldiquà verrà adeguatamente premiato o punito).

Teista: Quindi, tu dici: l’idea di una giustizia compensatrice ultraterrena ha senso solo se nell’aldiquà non ci fosse giustizia, altrimenti non sarebbe necessario postularne l’esistenza nell’aldilà. Ma proprio l’ingiustizia nell’aldiquà rende poco plausibile l’idea di una giustizia compensatrice nell’aldilà. Infatti perchè DIO dovrebbe essere giusto nell’aldilà se non lo è nell’aldiquà?

Scettico: Esattamente.

Teista: Ma questo è solo un vuoto gioco di parole. Ne ho abbastanza delle tue ripetizioni. Continuo fermamente a pensare che sia possibile dimostrare la conciliabilità tra le sofferenze del mondo e l’ipotesi dell’esistenza di un DIO buono e pieno d'amore.

Scettico: Anche la più grande sofferenza possibile?

Teista: Anche quella.

Scettico: La distruzione di ogni forma di vita sulla Terra?

Teista: Anche quella. Nulla infatti può accadere senza che l’Onnipotente non lo voglia. "Nessun passero cade a terra senza che il vostro Padre non lo voglia", ci ha insegnato Gesù. Se succede quel che succede, è Dio che lo vuole, quindi, è qualcosa di buono.

Scettico: A questo punto non so più cosa significhi buono, poichè, secondo quell’insegnamento, Dio ha voluto anche la bomba atomica e i più terribili crimini del più crudele tiranno.

Teista: Non si può vedere le cose in questo modo, poichè DIO ha fatto il più grande regalo possibile all’uomo, ossia la libertà di scegliere fra diverse possibilità. Il male è venuto al mondo perchè gli uomini hanno abusato della loro libertà.

Scettico: Pensi che esista davvero la libertà di volere, ossia che un uomo possa decidere di fare una cosa, oppure un'altra, senza essere determinato nella propria scelta da alcun motivo?

Teista: Esattamente.

Scettico: Ma tu hai almeno una sola volta realmente sperimentato di aver preso consapevolmente una decisione non determinata da alcun motivo? Hai mai provato a decidere a favore di una cosa e contro un'altra, assolutamente senza alcuna ragione? Credo proprio che tu non l’abbia mai fatto. Ad esempio, alla base della decisione di sposarti con la tua donna ci sono precisi motivi e desideri: che lei è una buona compagna per te, che tu con lei puoi intenderti, che tu con lei hai regolarmente soddisfacenti rapporti.

Teista: Ti assicuro invece di aver preso tutte le mie importanti decisioni senza essere influenzato da motivi e desideri di quel tipo.

Scettico: Ma allora il tuo volere, a differenza di tutto ciò che succede nel mondo macroscopico, è acausale.

Teista: Esatto: il mio volere è ‘senza causa’.

Scettico: Ma allora, se le decisioni sono completamente libere – ossia vengono prese indipendentemente da motivi e desideri – cosa ne è della responsabilità dell’uomo? In questo caso infatti, le decisioni verrebbero prese casualmente e non avrebbero – come tu dici – nulla a che fare con i suoi impulsi e il suo carattere. Perchè allora l’uomo viene punito per le decisioni prese? La responsabilità presuppone che le nostre decisioni dipendano dai nostri motivi e dal nostro carattere. Responsabilità e acausalità sono due cose fra loro incompatibili.

Teista: Le nostre decisioni sono influenzate dai motivi – influenzate, dico – poichè possiamo, tramite motivi più nobili, elevarci al di sopra di motivi meno nobili. E poichè possiamo farlo – o meglio: se possiamo farlo – siamo anche responsabili delle nostre azioni.

Scettico: D'accordo, ma immediatamente sorgono due altri problemi a gettare ombra sulla bontà di Dio.

Teista: E sarebbero?

Scettico: Innanzi tutto DIO avrebbe potuto dotare gli uomini di una natura migliore, ad esempio, fornendo loro un sentimento altruistico più forte, e non quel curioso desiderio di voler essere come LUI. Avrebbe infatti potuto dotarli di un desiderio più forte di condurre una vita secondo ragione. In secondo luogo, DIO avrebbe dovuto creare le circostanze esterne in modo tale, da indurre gli uomini ad abusare raramente della propria libertà. Molti errori, infatti, sono compiuti proprio perché LUI ha creato esseri molto deboli, i quali a malapena riescono a sopravvivere in un mondo ambivalente. Esseri dotati di migliori facoltà ed inseriti in un ambiente più favorevole si comporterebbero meglio, esattamente come esseri dotati di un minore senso altruistico, in un ambiente ancora più ostile, si comporterebbero peggio di come si comportano ora. Insomma, il fatto che mondi migliori sono certamente possibili è incompatibile con l’ipotesi dell’esistenza di un Dio perfettamente buono.

Teista: Ti stai ripetendo continuamente e cominci a stancare ...

Scettico: In seguito a tutte queste difficoltà, non è forse più plausibile supporre l’esistenza di un DIO malvagio o dualistico, piuttosto che buono? Cosa diresti se qualcuno affermasse l’esistenza di un DIO onnisciente, onnipotente ma perfettamente malvagio?

Teista: Direi immediatamente che in questo mondo ci sono moltissime cose positive da rendere in principio una simile affermazione assurda. A cosa servirebbe questa quantità di bene non necessario? Ad esempio, il sole, le stelle, la terra, gli uomini.

Scettico: Il sostenitore del Dio demone potrebbe replicare che queste cose belle sono necessarie per percepire in maniera particolarmente intensa, per contrasto, il male terribile.

Teista: In questo caso non sarebbero necessarie tante cose belle per conseguire quel fine.

Scettico: Il sostenitore del DIO demone potrebbe allora obiettare che DIO ha dotato l’uomo della libertà di volere, ben sapendo che con essa l’uomo avrebbe potuto anche compiere qualche buona azione. Purtroppo, così facendo, il DIO demone ha dovuto mettere in conto questa possibilità (per questo ci sono anche cose belle al mondo) ed anche quella di contestare la satanodicea con una teodicea.

Teista: Ma l’onniscienza di DIO implica la conoscenza preventiva del futuro ed é quindi incompatibile con la libertà dell’uomo.

Scettico: Anche se il sostenitore del DIO demone ammettesse questa obiezione, potrebbe comunque replicare: "Ciò che noi uomini riteniamo buono, per DIO – dotato di una visione generale – è cattivo. LUI considera cattive quelle cose che noi, a causa della ristrettezza della nostra visuale, riteniamo buone. Tutto il bene serve per incrementare il male, ma questa cosa noi, esseri limitati, non siamo in grado di comprenderla". Di ogni argomento a favore della compatibilità della sofferenza del mondo con l’esistenza di un DIO buono, si può elaborare un equivalente argomento a favore della compatibilità con l’esistenza di un DIO malvagio. Questo è possibile poiché noi sperimentiamo il mondo come un miscuglio di bene e di male. Stando così le cose possiamo sostenere – con buone ragioni – che Dio è buono e contemporaneamente che Dio è malvagio. Una satanodicea è, e non è, altrettanto plausibile, quanto una teodicea. Pertanto, ogni giustificazione della bontà di Dio, di fronte al male di un mondo che dipende da lui, è destinata a fallire.

Teista: Argomentazione molto acuta, che non si può fare a meno di condividere. Eppure se ti guardi attorno vedrai in qualunque città, anzi in qualunque villaggio, una chiesa o una moschea dove ogni settimana la gente si riunisce per pregare il DIO buono e misericordioso. Sii sincero. Pensi veramente che questi miliardi di persone si stiano sbagliando?

Scettico: Esistono altri uomini – anche loro a miliardi – che non credono in alcun DIO buono e pieno d’amore, e non vedono alcun motivo per rendere grazie ad una simile fantasticheria. Un tempo, riguardo ad una determinata idea, l’umanità non era spaccata in credenti o non credenti, eppure – a quanto risulta – tutti pensavano che la terra fosse un disco piatto. Tutti lo credevano, eppure non era vero. Il fatto che tutti gli uomini credano in una determinata cosa, non significa che essa sia vera. Quindi anche se tutti avessero fede in DIO, non sarebbe una prova che ciò in cui credono sia vero.

Teista: E basta con questo freddo spirito razionalistico. Come Goya ci ha mostrato, la ragione partorisce fantasmi ...

Scettico: ... il sonno della ragione partorisce fantasmi. L’uomo si degrada non nella mancanza di fede, ma a causa della superstizione.

Teista: La tua cultura superficiale è insopportabile. In ogni caso, ciò che dici non mi tocca più di tanto. Il cuore dell’uomo, infatti, sa cose di cui la ragione non ha la minima idea. A te interessano solo le cose scientificamente vere. A me, invece (gettando lo sguardo sull’orizzonte) interessano le verità della fede !

 

(1) SCHOPENHAUER (PPa, p. 138).

(2) Gioco di parole con i nomi di due famosi teologi tedeschi – Drewermann e Küng – e le parole Mann (uomo), Frauen (donne) e King-Kong.

(3) Cit. s. BILLISCICH (1955, p. 78)